Translate

14 settembre, 2013

"Dal Pionierismo del Disco da Collezione, agli Esperti dilettanti della New Wave"

Nel Numero 1 del NUOVO CIAO AMICI, un mio articolo, dal titolo che leggete qui sopra, ha innescato una serie di interviste nei numeri seguenti (che continua tutt'ora) di collezionisti e/o venditori della prima ora, ovvero quei Pionieri che a cavallo della fine degli anni '70 e l'inizio degli '80, hanno dato il via all'interesse generale per il collezionismo dei dischi, cosa che in Italia era alquanto inesistente. Insomma, mentre i venditori dell'epoca erano sostanzialmente dei collezionisti prima di tutto e quindi appassionati esperti del settore, oggi si improvvisano venditori qualunquisti di ogni genere che non sanno nulla sui dischi e sulla musica, capaci soltanto di incassare soldi e di fregarsi le mani... Ecco le due pagine di apertura per questo puntuale appuntamento sulla rivista che, sul numero 2 ha visto l'intervista di Luca Botto (per il momento è lui che si è preso questa briga interessante) a Fulvio Beretta, sul numero 3 a Franco Settimo e, sul numero 4 a Salvatore Ursus D'Urso. Il prossimo, sul numero 4, probabilmente potrebbe essere Italo Gnocchi...

Vi pubblico uno stralcio...
"... Il versante del collezionismo sarà certamente uno degli aspetti musicali che ci attrarranno di più durante questo cammino editoriale che ci accomuna; ne parleremo, ci ritroveremo anche fisicamente in alcune convention di dischi da collezione, non solo in quella di Roma e cercheremo di esprimerci e di tenerci tutti aggiornati. Dopo questa mia disamina che ricostruisce genericamente il sunto striminzito di una situazione che negli anni (diciamo appunto dalla metà dei ’70 ad oggi) si è evoluta ma che ha pure subìto delle clamorose involuzioni negative ed inaspettate, seguiranno, nei prossimi numeri, delle interviste con i collezionisti ‘storici’ o con i venditori, sempre autorevoli, per comprendere come si sia sviluppata la situazione negli anni e quali siano gli oggetti del desiderio di sempre, compatibilmente anche con quelli dell’ultima ora. Parlo di collezionisti e venditori che volutamente e con cognizione di causa ho definito Storici per una semplice ed elementare ragione: una volta, almeno al 95%, i venditori erano tutti dei collezionisti, per cui era rarissimo se non impossibile trovare un venditore che non fosse a conoscenza delle quotazioni o degli oggetti del desiderio da parte degli appassionati, proprio perché lui stesso cercava disperatamente certi dischi. Ricordo perfettamente ad esempio alle prime convention di Milano, Roma, Firenze quando, con l’amico Giancarlo Di Girolamo, dopo aver incassato qualche bella sommetta di lire, si decideva di chiudere momentaneamente baracca e burattini per andare a nostra volta ad investire il piccolo tesoro conseguito all'interno della manifestazione, acquistando dagli altri espositori. Qualcuno si domanderà: che gusto c’era? Domanda forse legittima per un neofita… ma vi assicuro, il gusto c’era perbacco! Ed era il massimo che ci si potesse attendere. Chi ha vissuto questa esperienza non potrà che confermare. Se un tizio non desiderava scialacquare il proprio stipendio con ragione destinato alla famiglia, l’unico modo di comprare dischi in maniera indolore, era appunto quello di venderli.
Poi, alla chetichella, subentrarono nuove situazioni con nuovissimi personaggi che andarono ad infoltire una schiera numerosa di neofiti-venditori dall’ignoranza congenita in fatto di dischi, di quotazioni, di valori, richieste di mercato e privi di passione. Com’è potuto accadere tutto questo? Le risposte..."

Nessun commento:

Posta un commento